IL KALI
Il Kali, chiamata anche Arnis de Mano o Eskrima in base al territorio in cui viene praticata, è un’arte marziale di derivazione filippina. Si tratta di un sistema molto sofisticato che ha origini remote: si dice che Magellano, il famoso conquistatore al soldo della corona spagnola, morì per mano del principe filippino Lapu Lapu, abile praticante di Kali.
Già ai tempi, l’arte era completa ed estremamente letale.
Nonostante ciò, la mentalità pragmatica dei filippini e dei successivi praticanti ha mantenuto vivo l’intento operativo e guerriero dell’arte, favorendo nei secoli modifiche che hanno permesso al Kali di evolvere.
Lo scontro dei filippini con la tecnica spagnola atta a maneggiare due lame, una corta e una lunga, ha portato all’inclusione di questa specialità nell’arte, ciò a dimostrazione di quanto il Kali sia sempre stato vitale ed idoneo all’evoluzione.
Nei tempi moderni questa pratica è stata erroneamente e troppo spesso accostata al JKD e vi sono state pessime derive che hanno confuso molto i praticanti. Il JKD e il Kali hanno in parte principi simili ma ciò che li accomuna è l’approccio pragmatico al combattimento e l’idea di evoluzione. Non sono però la stessa cosa. Anzi, non vi è traccia di appunti del compianto Bruce Lee relativi all’uso delle armi, struttura fondante invece della pratica del Kali. Il JKD è uno stile non stile moderno, il Kali è un’arte molto antica.
Oggi, molti stili moderni di Kali, mantenendo salvi i principi fondanti, hanno abbandonato l’uso delle armi più folkloristiche per dare spazio a nuovi settori di studio, per esempio, quello del Karambit di tradizione più indonesiana che filippina ma che ben si confà alla pratica intensa nel settore delle lame. Lo stesso può dirsi per l’ascia.
Il Kali non è un sistema moderno: ha saldi principi che si applicano in ogni settore di combattimento con armi e mani nude e che lo connaturano profondamente. In più la sua validità è stata realmente testata in campo di guerra e ne siamo certi almeno dal 1500 ad oggi, passando per la 2° guerra mondiale durante la quale gli scontri tra filippini e giapponesi erano all’ordine del giorno nelle foreste ove si svolgevano le battaglie.
Nel mondo, oggi, esistono svariati stili di Kali che seppur differenziandosi molto tra loro conservano intatta la tradizione.
LO STAR KALI
Il mio sistema di KALI è KALI al 100%. Un sistema evoluto comprendente molti settori, costruito pezzo per pezzo in 24 anni di appassionati studi. Non è una miscela di arti marziali. E’ una miscela di alcuni stili di Kali.
Il sistema comprende i seguenti settori:
Panantukan: la dirty boxe compresa di tutte le tecniche di Dumog (lotta). Dalle basi della boxe ai sistemi evoluti di finte e tecniche adatte allo street figthing. Calcistica e uso di gomiti e ginocchia. Un focus esasperato agli esercizi che creano automatismi sotto stress, un classico di tutte le scuole di kali e di tutti i settori, compreso quello della lame. Kinu Matai: punti di pressione, morsi e tecniche simili.
Machete: un classico della tradizione, il lavoro con lame lunghe.
Ascia: un attrezzo antico che ben si sposa con le dinamiche e i principi del Kali
Pocket Stick (tabak malit): questa è una delle armi che più caratterizzano l’arte.
Single e double stick: tutte le tecniche che si possono portare con un’arma possono essere portate a mani nude salvo piccoli accorgimenti. Questo è uno dei principi del Kali. La pratica con il bastone singolo detta solidi principi per ogni settore, dal footwork ai movimenti di difesa ed attacco.
Long Stick: dal lavoro con bastone lungo all’uso delle mazze.
Sarong: uso delle armi flessibili.
Il coltello: nessuna arte marziale o sistema di combattimento moderno ha mai approfondito in modo così veritiero e serio l’uso e la difesa da lame corte. Tutti hanno copiato il Kali senza comprenderlo davvero.
Spada e Daga, Bastone e coltello: un classico della tradizione filippina che ha copiato il modo di combattere degli italiani mercenari al soldo della corona spagnola. Imparare ad usare in modo indipendente i due arti superiori crea un’attitudine superiore al combattimento.
Karambit: l’uso del coltello ad uncino trova un posto d’onere nella tradizione che più ha sviluppato il contesto armato con lame.
Il PERCORSO FORMATIVO
Il mio sistema ha delle differenze rispetto a quello della concorrenza. E’ creato pensando agli istruttori, non solo ai praticanti.
Ho scritto interamente il programma e lo sto videoregistrando tutto.
Da arte a scienza.
Quando il programma è interamente scritto gli aspiranti istruttori sono enormemente facilitati nell’apprendimento e nell’insegnamento. Ciò si verifica all’ennesima potenza quando il programma è completamente videoregistrato. Nessun dubbio può sorgere in merito.
Il percorso si snoderà in lezioni intensive di 6 ore al giorno, una volta al mese e più precisamente la seconda domenica. Saranno obbligatorie 8 lezioni per passare il livello. Verranno però predisposte 10 lezioni in un anno solare per permettere eventuali 2 assenze e quindi 2 recuperi.
Gli interessati che per questioni di lavoro non potranno recarsi nei giorni stabiliti avranno la possibilità di recuperare con lezioni private per un pari numero di ore mensili, pagando il prezzo orario pieno.
Le classi dei team leaders saranno composte da soli 8 studenti, ciò al fine di mantenere alto il livello di interazioni con il sottoscritto e con gli altri istruttori presenti a supportarmi.
Tutti i team leaders saranno inseriti in un gruppo segreto su Facebook nel quale, settimanalmente, inserirò le indicazioni necessarie a gestire le classi nonché video e scritti che saranno utili per non perdere neanche una nozione di quelle apprese alla lezione.
E’ divertente andare ai seminari se non fosse per la circostanza che entro qualche giorno si perdono il 70 % delle informazioni acquisite. Questo mio sistema garantisce invece una comprensione completa nel lungo periodo.
Il sottoscritto sarà poi disponibile via Skype per risolvere eventuali dubbi durante le varie settimane.
Per ottenere la certificazione i partecipanti dovranno dare la dimostrazione di conoscere almeno il 90% del programma.
L’idea dei gruppi di studio permette al team leaders di pagare i costi della sua formazione. Fuori dalle metafore: i soldi muovono il mondo, i maestri devono mangiare ogni giorno e non si nutrono di rugiada. Praticare con maestri di fama internazionale costa soldi e la mia scuola è solita fare molte ospitate che il sottoscritto spesso paga di tasca propria. I team leaders hanno diritto di pagarsi le spese e, se riescono, di guadagnare.
Nel gruppo di Facebook sarà anche data assistenza a livello di marketing in modo che il team leaders sia in grado di posizionarsi sul mercato della sua zona. Negli ultimi anni ho speso molto tempo per studiare questi sistemi e sono in grado di far risparmiare tempo e denaro ai team leaders.
In più, con l’andare del tempo, l’organizzazione sarà molto attiva sotto l’aspetto del brand positioning agevolando così le operazioni di vendita del servizio ai consumatori.
Questo non è un percorso per novizi. Richiede un minimo di esperienza in altre arti o sport da combattimento. Non posso arrestare il gruppo di studio per spiegare le dinamiche di un jab o un cross. Queste informazioni sono date per acquisite. Chi non avesse le basi, in quanto nella sua arte sono lavorate in modo differente, le potrà reperire nei miei video istruttivi.
Il percorso è creato per persone che intendono insegnare. Non è obbligatorio ma auspicabile. L’insegnamento costringe il praticante ad essere preparato. Questo è il senso dell’operazione.
Non basterà pagare per giungere al livello di istruttore. Sarà necessario conoscere il programma e aver maturato ore di insegnamento.
Il candidato sarà sottoposto ad esame alla fine del percorso annuale.